La partecipazione all’ EUCARISTIA
Cari genitori, i vostri bambini stanno diventando grandi e cominciano ad accostarsi alla Mensa Eucaristica. La Prima Comunione è sentita come una grande festa e lo è davvero, perché fare la Comunione con il Signore Gesù Cristo costituisce un evento grandioso; non è però un fatto isolato e raro, riguarda bensì tutta la nostra vita.
Si dice che i fanciulli fanno la Prima Comunione perché iniziano a fare ciò che i cristiani fanno abitualmente, tutte le domeniche, per tutta la vita. Facciamo festa perché iniziano qualcosa di stupendo, che merita molta attenzione e coerenza da parte di noi grandi.
La grandezza dell’Eucaristia
L’Eucaristia si colloca nel cuore dell’«iniziazione cristiana», insieme al Battesimo e alla Cresima, e costituisce la sorgente della vita stessa della Chiesa.
Eucaristia è una parola greca che significa “Ringraziamento”. Il gesto che Gesù ha compiuto durante l’Ultima Cena è il massimo ringraziamento al Padre per il suo amore, per la sua misericordia. Il sacramento del Corpo di Cristo è quindi il supremo ringraziamento al Padre, che ci ha amato tanto da darci il suo Figlio per la nostra salvezza.
L’Eucaristia è un banchetto e si chiama anche Cena del Signore: Gesù, nella cena che ha consumato con i suoi discepoli la vigilia della sua passione, ci ha lasciato il suo Corpo e il suo Sangue, come nostro cibo e nostra bevanda. Gesù è il vero alimento della nostra vita: ci nutre e ci fa crescere, ci comunica la sua forza e il suo stile, ci sostiene nelle difficoltà e ci dà la forza di camminare sulle vie di Dio.
I primi cristiani la chiamavano Frazione del pane, perché questo gesto, tipico della cena ebraica, è stato utilizzato da Gesù quando benediceva e distribuiva il pane come capo della mensa, soprattutto durante l’Ultima Cena. Vuol dire che tutti coloro che mangiano dell’unico pane spezzato (che è Cristo), entrano in comunione con lui e formano in lui un solo corpo.
Ma la celebrazione eucaristica è ben più di un semplice banchetto: è il Memoriale della Pasqua di Gesù, il mistero centrale della salvezza. Non è solo un semplice ricordo: ogni volta che celebriamo questo sacramento partecipiamo veramente al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Infatti l’Eucaristia è un vero Sacrificio, perché attualizza l’unico sacrificio di Cristo Salvatore, porta a compimento e supera i sacrifici dell’Antica Alleanza e comprende anche l’offerta attuale di tutta la Chiesa.
L’Eucaristia costituisce il vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa infatti su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, così da rinnovare il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli. Attraverso il sacramento ci è donata la salvezza.
Comunemente la celebrazione eucaristica viene chiamata Messa. È un’espressione latina legata al termine «missio», che significa missione o invio dei fedeli: la liturgia, in cui si è compiuto il mistero della salvezza, termina con l’invio dei fedeli, perché con la forza di quel nutrimento divino compiano la volontà di Dio nella loro vita quotidiana.
Il Pane consacrato durante la Messa ha la forma di ostia: in latino hostia voleva dire “vittima”. Ogni ostia è una “particola”, cioè una piccola parte dell’unico pane. Il nome ci vuole ricordare che Gesù è vittima d’amore. È vero pane, fatto di farina e acqua, ed è senza lievito, cioè azzimo, secondo la tradizione pasquale ebraica. La forma rotonda, bianca e sottile è stata scelta solo perché più pratica per la distribuzione e la conservazione.
I segni della Messa
Fin dall’inizio della vita cristiana, gli apostoli e i loro successori hanno stabilito di celebrare l’Eucaristia ogni primo giorno della settimana, cioè la Domenica, giorno della risurrezione del Signore. Così fin dall’antichità, sempre e dovunque per duemila anni, i cristiani si radunano alla domenica per partecipare alla Messa.
Se ripensiamo ai vari elementi della chiesa in cui ci ritroviamo per celebrare l’Eucaristia, possiamo comprendere meglio il senso di quello che viviamo in questi importanti momenti.
Al centro dello spazio destinato alla celebrazione si trova l’altare, che è una mensa, ricoperta da una tovaglia: questo ci fa pensare ad un banchetto. L’altare che nell’Antico Testamento serviva per accogliere i sacrifici di animali, con Gesù è diventato una mensa, dove si collocano il pane e il vino. Dunque ci raduniamo per mangiare insieme, come avviene in famiglia, soprattutto nei momenti di festa, nei giorni particolarmente importanti.
Vicino all’altare c’è la croce: è il segno dell’immenso amore di Gesù, che ha dato la sua vita per noi. Ci ricorda che sull’altare si offre il sacrificio di Cristo: è Lui il cibo spirituale che lì si riceve, sotto i segni del pane e del vino. In ogni Messa viene riproposto a noi l’unico e perfetto sacrificio di Gesù.
Accanto alla mensa c’è anche l’ambone, cioè il luogo elevato da cui si proclama la Parola di Dio: questo indica che in chiesa ci raduniamo per ascoltare il Signore che parla mediante le Sacre Scritture, e dunque il cibo che si riceve è anche la sua Parola. Mangiamo anche con le orecchie, prima che con la bocca: cioè ascoltiamo con grande attenzione la Parola di Dio, che nutre la nostra intelligenza e la nostra coscienza.
Parola e Pane nella Messa diventano un tutt’uno, come nell’Ultima Cena, quando tutte le parole di Gesù, tutti i segni che aveva fatto, si condensarono nel gesto di spezzare il pane e di offrire il calice, anticipo del sacrificio della croce. Le sue parole, allora come oggi, si realizzano davvero: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo … Prendete, bevete, questo è il mio sangue».
La presenza reale di Gesù
Durante l’Ultima Cena Gesù ha lasciato ai suoi apostoli il segno concreto del suo amore: ha creato il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, segno reale della sua presenza in mezzo a noi fino alla fine dei tempi.
Gesù è davvero presente nel pane e nel vino che il sacerdote consacra durante la Messa: attraverso la preghiera della Chiesa e l’opera dello Spirito Santo, il pane e il vino si trasformano e diventano veramente il Corpo e il Sangue di Cristo.
I teologi chiamano questo evento “transustanziazione”, cioè un reale cambio di sostanza: il pane e il vino conservano le loro caratteristiche normali, ma per l’opera creatrice dello Spirito di Dio diventano veramente Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, con il suo Corpo e Sangue, con la sua anima e divinità.
È lo Spirito Santo che opera questa trasformazione per la nostra salvezza. Durante la Messa il celebrante impone le mani sul pane e sul vino, poi traccia un segno di croce e invoca la discesa dello Spirito Santo, pregando così: «Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore».
Facciamo la “Comunione”
Quando ci si accosta a questo sacramento, si dice abitualmente di «ricevere la Comunione», di «fare la Comunione»: significa che, grazie al Pane consacrato, entriamo in intima unione con il Signore Gesù, diventiamo una cosa sola con Lui, riceviamo in noi la sua vita divina.
La Messa si compone di due parti principali: la Liturgia della Parola e la Liturgia Eucaristica. Durante la Liturgia della Parola ascoltiamo la Parola di Dio e facciamo la comunione con il Signore, accogliendo nel cuore e nella mente quello che ci dice. Durante la Liturgia Eucaristica facciamo la comunione con il Signore, accogliendo il Pane consacrato, cioè il suo Corpo, che ci dà la forza per mettere in pratica quello che abbiamo ascoltato.
La Liturgia Eucaristica inizia con l’offertorio: portiamo all’altare il pane e il vino, cibi normali e umani; il sacerdote li presenta al Signore, chiedendogli di trasformarli e di renderceli come “cibo di vita eterna e bevanda di salvezza”.
La Preghiera Eucaristica loda Dio Padre per il dono del Figlio Gesù e invoca lo Spirito Santo perché realizzi adesso per noi la sua opera di salvezza: al centro di questa preghiera, il ricordo dell’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù, è detto “Consacrazione”.
Dopo la Preghiera Eucaristica il pane e il vino sono diventati il Corpo e il Sangue di Cristo. Il celebrante distribuisce ai fedeli quel pane consacrato e trasformato nel Corpo di Cristo. Per questo mostra ad ognuno la particola (ostia) e dice: «Il Corpo di Cristo». E ogni fedele risponde: «Amen». È una parolina ebraica molto importante; ha un ricco significato e vuol dire: «È fondato quello che dici, quindi ci credo». Dicendo «Amen», ognuno di noi fa una professione di fede e afferma di credere che quello non è pane comune, ma è veramente il Corpo di Cristo.
Le ostie che avanzano si conservano nel tabernacolo: è una parola latina che vuol dire “tenda”. Il tabernacolo è la tenda della presenza di Dio in mezzo a noi. Nelle specie eucaristiche infatti resta veramente presente il Signore Gesù: per questo lo chiamiamo il Santissimo sacramento, cioè il sacramento dei sacramenti, il Segno per eccellenza della persona di Gesù Cristo nostro Signore e Salvatore, vivo e operante fra di noi.
Poiché Cristo stesso è presente nel sacramento dell’altare, bisogna onorarlo con un culto di adorazione: davanti al Santissimo sacramento facciamo genuflessione, cioè pieghiamo il ginocchio fino a terra in segno di adorazione, come prova di gratitudine, segno di amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore.
Chi può fare la Comunione?
Fare la Comunione con Gesù è molto importante: è la fonte della nostra vita cristiana, è il dono d’amore che ci nutre e ci fa crescere. Per vivere da cristiani è necessario fare la Comunione. Per essere cristiani è necessario vivere in Comunione con il Signore Gesù.
La Comunione Eucaristica non è un premio per i buoni, non è la ricompensa che si dà a chi se la merita. La Comunione è medicina di salvezza, è forza d’amore per farci diventare santi.
Ma non si può fare la Comunione sacramentale e non vivere in comunione esistenziale con Gesù. Perciò chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all’Eucaristia senza prima aver ricevuto l’assoluzione nel sacramento della Penitenza.
La santa Comunione accresce in colui che la riceve in stato di grazia l’unione con il Signore, gli rimette i peccati veniali e lo preserva dai peccati gravi. Per questo la Chiesa raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la santa Comunione quando partecipano alla celebrazione dell’Eucaristia, per assimilare lentamente la mentalità di Cristo e il suo stile di vita.
Perché andiamo a Messa
Se fare la Comunione con Gesù è molto importante, partecipare alla Messa ogni domenica è la pratica costante dei fedeli.
Ce lo insegna con grande entusiasmo papa Francesco: «L’Eucaristia è un dono tanto grande e per questo è tanto importante andare a Messa la domenica. Andare a Messa non solo per pregare, ma per ricevere la Comunione, questo pane che è il corpo di Gesù Cristo che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre. È bello fare questo!».
Andiamo a Messa tutte le domeniche, perché è il giorno della risurrezione del Signore. Partecipando all’Eucaristia sentiamo e viviamo la nostra appartenenza alla Chiesa, al Popolo di Dio, al Corpo di Cristo. Non finiremo mai di coglierne tutto il valore e la ricchezza, la bellezza e l’utilità.
Andiamo a Messa per imparare da Gesù a fare della nostra vita un atto di totale condivisione di sé per amore. Andiamo a Messa per ricevere la grazia di sentirci perdonati e diventare pronti a perdonare. Andiamo a Messa per incontrare Cristo presente nella comunità radunata, per lasciarlo entrare nella nostra esistenza, così che in ogni comunità cristiana ci sia coerenza tra liturgia e vita.
Questo si fa durante tutta la vita, ma si comincia a farlo il giorno della prima Comunione. È importante che i bambini si preparino bene alla prima Comunione e che ogni bambino la faccia, perché è il primo passo di questa appartenenza forte a Gesù Cristo, dopo il Battesimo.
Facciamo festa, dunque, perché la Comunione con Cristo è il centro della nostra vita!